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Il titolo mi aveva fatto pensare ad un saggio di matematica, magari con qualche pretesa filosofico-sociologica, tanto più che l'autore è un ricercatore universitario, laureato in fisica teorica. E invece no, tutt'altro!
Alice e Mattia li ho riconosciuti subito, con le loro ferite, le loro paure, le loro violenze, ma anche con la loro belleza, la loro sensibilità, la loro creatività.
Corpi di bambini prima, di adolescenti poi e infine di giovani adulti, che hanno bisogno di carezze, di contatto, di toccarsi, ma che restano invece "numeri primi", isolati nella loro unicità sofferente.
Quanti Mattia e Alice incontriamo ogni giorno tra le centinaia di studenti le cui vite si sfiorano e ci sfiorano nelle aule, nei corridoi, nei cortili della scuola?
Quante solitudini come le loro non riusciamo a penetrare, restando con quel senso di distanza, di estraneità, di "NON LI CAPISCO", che ci tormenta come insegnanti, come genitori, come adulti spettatori del loro disagio?
Aida Rita Del Missier
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